STORIA DI ALINA CANTERINA, DEI SUOI SIMPATICI AMICI E DI UN SOGNO di M. Varago
AIDA IN SCENA! – VENTINOVESIMO CAPITOLO
–Oh issa! Oh issaaaa! – pronunciò a voce alta coniglio Giglio, mentre spingeva una cassa d’imballaggio insieme alla sua compagna Aljssa. Dovevano coordinarsi e lui dava il segnale.
–Ecco, qui va bene! – asserì posizionandola in un angolo della sua tana.
–Vi metteremo dentro i nostri coniglietti, così quando stasera ci sarà gran confusione, rimarranno in casa e noi li proteggeremo! –
–Certo amore mio, – rispose Aljssa congiungendo le zampine anteriori in segno di affetto, – …Non vogliamo certo rischiare che escano di sopra attratti dalla musica e incorrano in qualche guaio!! –
Si avvicinava l’ora del grande concerto e fuori rumoreggiava la folla che cominciava ad entrare in Arena. La famiglia dei conigli sarebbe rimasta rigorosamente nei sotterranei e fino a spettacolo chiuso e lavori finiti, non si sarebbe mossa da lì. Giglio per l’occasione aveva portato, delle carotine fresche e dell’erbetta, colta nei giardini di Piazza Bra, un po’ d’acqua dalla fontana. Così avrebbero trascorso una bella seratina tutti insieme! Avevano invitato anche Alina ma lei rispose:- Vi ringrazio di cuore, davvero… però… andrò al Concerto. Ho sognato fin da cucciola di esserci e ora che il destino mi ha portata sin qui, non posso rinunciarvi. – I conigli guardarono scoraggiati Alina e non le dissero nulla. Alina li ringraziò. Diede una carezza ai piccoli, li salutò e uscì.

Cercò le vie secondarie per non incontrare la moltitudine di gente che stava occupando i posti. Pensò che l’area dietro al palcoscenico fosse la più sicura e così si diresse verso quell’ala rimanendo nel sotterraneo per poi salirvi quatta, quatta.
Una volta raggiunto il piano da cui si poteva accedere facilmente al palcoscenico, vide gli attrezzisti che portavano gli oggetti in scena, poi il costumista che controllava gli abiti su un gruppo di attori e cantanti sotto l’occhio attento del direttore di scena. I tecnici si trovavano pronti per accendere le luci più sfavillanti, i cameramen fremevano per iniziare le riprese che sarebbero state viste dal mondo intero e il regista si assicurava che tutti fossero al loro posto. I musicisti erano perfetti nei loro vestiti eleganti e raffinati, pronti per scendere nella buca d’orchestra o golfo mistico*1. Alina si commosse: – Davvero si trovava lì, in quella straordinaria situazione?- Era così assorta nei suoi pensieri che non si accorse che le luci si stavano abbassando. Vide uscire dai camerini le due protagoniste femminili della serata: Aida figlia del re d’Etiopia, fatta schiava ed ancella della principessa Amnerys, e quest’ultima, figlia del faraone d’Egitto. La prima indossava un vestito scuro a frange, tipico delle serve di corte egizia e la seconda, abiti regali, meravigliosamente decorati. L’ opera stava per iniziare e l’emozione degli artisti e l’attesa del pubblico, erano palpitanti e tangibili. Alina ebbe un sussulto. Sgattaiolò lesta, dall’altra parte, da cui poteva vedere il palcoscenico; ora, a luci spente, nessuno l’avrebbe notata. Si affacciò; lo scenario che le si presentò era spettacolare: piramidi dorate che si stagliavano su un cielo blu, immense statue di pietra e templi giganteschi. Ecco l’antico Egitto! Ecco ricostruito il luogo dove si svolge la tragica storia d’amore di Aida! Alina senza fiato e con gli occhi spalancati guardava immobile e ascoltava il suono delicato, melanconico e struggente dei violini in sordina del Preludio.*2

Ecco la storia… Nel palazzo del faraone a Menfi viveva Aida, figlia del re d’Etiopia, fatta prigioniera come serva. Nessuno, sapeva chi fosse veramente. Suo padre, Amonasro, voleva fare un’incursione in Egitto per liberarla. Lei si era innamorata del guerriero egizio Radames e ne era ricambiata ma aveva una rivale: Amnerys la figlia del faraone. Costei intuì la tresca tra i due e si finse sua amica solo per strapparle la verità…
Alina era così presa dalla vicenda da non rendersi conto di cantare sottovoce le arie che conosceva benissimo. Andrea, giovane aiutante di scena stava passando con uno sgabello in mano e sentì il miagolio. In quel momento, Alina tacque. Lui si sporse sopra di lei ma siccome era in silenzio nel buio, pensò di aver avuto le allucinazioni e se ne andò per la sua strada. Alina si rese conto del pericolo e successivamente si trattenne dal cantare. L’aveva scampata bella!
…Intanto Radames era stato scelto per guidare gli eserciti dell’Egitto contro l’Etiopia. Amnerys aveva finto con Aida che Radames fosse morto in battaglia e questo portò Aida a manifestare il suo amore per lui. La figlia del faraone aveva sostenuto la sua superiorità rispetto ad una serva ma Aida allora, aveva svelato d’essere figlia del Re d’Etiopia, cosa di cui si pentì. Infatti Amnerys la obbligò ad assistere al trionfo degli Egizi sul suo popolo.
La marcia trionfale esplose sensazionale e solenne. Lunghe trombe, simili a quelle antiche egiziane suonavano da tutti i lati del tempio insieme a tutta l’orchestra. L’effetto sonoro meraviglioso. Alina si sentiva entusiasta e turbata al tempo stesso. Quel racconto, le voci del coro, la musica viva e presente, le procurarono un turbinio di emozioni e la fecero trepidare.
…Tra i prigionieri etiopi, Aida riconobbe il padre Amonasro e lo abbracciò. Il faraone riconoscente a Radames lo dichiarò suo successore e gli concesse la mano di sua figlia…
Alina si nascose e si asciugò le lacrime. Le luci si riaccesero per la pausa. Dopo più di mezz’ora, lo spettacolo riprese. Alina questa volta volle avvicinarsi alla scena. Di più, di più, ancora di più. Arrivò proprio dietro alla colonna del tempio di Iside in riva al Nilo…
…In una notte stellata, splendeva la luna. Una barca approdò silenziosa sulle rive sacre. Guidata dal gran sacerdote, Amneris levò preghiere alla dea perché proteggesse le sue nozze imminenti.
Quella notte, sulle stesse sponde, Aida attendeva Radamès, rimpiangendo la patria perduta… I violini e gli archi intessero una delicata e soave melodia. Aida cominciò a cantare, diceva che non avrebbe mai più rivisto la sua patria. Alina ripeteva a mente ogni suono, ogni parola e provava lo struggimento di Aida per non poter più rivedere i cieli azzurri della sua amata terra. All’improvviso, nel momento dell’acuto, la cantante ebbe un mancamento. Ma l’acuto ci fu comunque. Il canto proseguì anche se la cantante era appoggiata alla colonna ed era accasciata alla sua destra. Il direttore di scena se ne accorse per primo e disse al tecnico delle luci: “ Sposta il faro più a destra! “ Quello lo fece, ed ecco: c’era un gatto che miagolava cantando sopra un rocchio *3. – Ossignore! E quello cos’è? – Disse il regista grattandosi il capo calvo, mentre una goccia di sudore gli scivolava sulla fronte. Un lungo: – Oooooooohhhhh! – del pubblico, seguito da un intenso chiacchiericcio. Stava per partire il personale medico quando la soprano si riprese. Alzando il braccio continuò il canto. L’occhio di bue si spostò su di lei e lo spettacolo continuò regolarmente. Venti, forse trenta secondi, non di più.
Alina si rese conto di averlo fatto un’altra volta! Aveva miagolato l’aria d’opera!
Solo che stavolta l’avevano vista e sentita tutti!
Scese dal basamento della colonna e cercò di uscire da dietro il palco ma s’imbattè in due brutti ceffi che volevano prenderla: uno aveva una cosa nera in mano. Aiuto! In che guaio s’era cacciata? Schivò il primo tizio ma il secondo, ancora più minaccioso, le piombò sopra e la mise nel sacco!

*1 LA BUCA O FOSSA DELL’ORCHESTRA SI CHIAMA GOLFO MISTICO= Questa espressione traduce liberamente il tedesco “mystisches Abgrund” (abisso mistico) nome con cui R. Wagner volle chiamare lo spazio destinato agli orchestrali del teatro costruito secondo le sue idee a Bayreuth.
*2PRELUDIO= E’ l’introduzione ad un componimento musicale, in questo caso dell’opera dell’Aida.
*3 ROCCHIO=Un rocchio (anche detto tamburo di colonna) è ciascuno dei blocchi di pietra, a forma cilindrica, che possono comporre il fusto di una colonna.